Maria Rita Ciriaci
Biologa Nutrizionista
La dieta nella menopausa dev'essere programmata tenendo in considerazione tutte le modificazioni fisiologiche e para fisiologiche che si manifestano nell'organismo femminile.
Le alterazioni ormonali che caratterizzano la menopausa cambiano sensibilmente le necessità nutrizionali e i rischi per la salute delle donne; la programmazione dietetica in questo periodo della vita ha proprio l'obbiettivo di ottemperare in maniera completa a tutti i fabbisogni necessari, e di garantire alla donna un buono stato di forma generale.
Menopausa e alimentazione
Cambiamenti in menopausa e rischi per la salute
Il cambiamento più importante, dal quale dipende la maggior parte delle piccole differenze fra il pre- ed il post-menopausa, è rappresentato dalla carenza estrogenica; gli estrogeni sono ormoni gonadici
steroidei tipicamente femminili che agiscono a livello sistemico.
Uno dei disturbi più importanti (ed anche più conosciuti) relativo alla carenza estrogenica è l'alterazione
della calcificazione ossea che, se trascurata (o in presenza di altri fattori di rischio), può sfociare nell'osteoporosi.
Non meno importante l'aspetto biochimico legato ai lipidi, alle lipoproteine, quindi al rischio cardiovascolare. Infatti, è noto che durante tutto il periodo di fertilità gli estrogeni svolgono un ruolo sensibilmente protettivo nei confronti dei vasi sanguigni; questi ormoni agiscono sui recettori epatici delle lipoproteine a bassa densità (LDL) favorendone la rimozione dal circolo ematico e promuovendo la conservazione di un buon sistema cardio-vascolare.
Tuttavia, al calare della produzione di estrogeni è possibile che si manifesti un incremento patologico dei lipidi ematici, di conseguenza un aumento del rischio di complicazioni cardiovascolari; a tal proposito, la dieta nella menopausa deve evitare:
1. L'incremento del colesterolo ematico totale e soprattutto di quello LDL
2. L'incremento ponderale eccessivo relativo del deposito viscerale (tipo androide). La dieta nella menopausa deve anche considerare che, come dimostrano alcuni studi, uno dei fattori di rischio predisponenti al cancro al seno è rappresentato dall'aumento dei trigliceridi ematici. Ciò significa che, oltre a limitare il colesterolo esogeno ed i grassi saturi per scongiurare l'ipercolesterolemia, dovranno essere dosati con attenzione anche la tipologia alimentare e le porzioni dei cibi a prevalenza glucidica; questo perché la tendenza all'iperglicemia favorisce la sintesi dei trigliceridi, incrementandone significativamente la concentrazione ematica.